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Iacona fa inchieste in stile Gabanelli

Vi consiglio vivamente questo programma, uno dei pochi secondo me che per cui valga la pena pagare il canone. L’orario della messa in onda è domenica alle 21:00

Dall’articolo di Aldo Grasso sul corriere.it

Non è possibile. Non è vero. Non ci credo. Più le negazioni si accumulavano e più l’inchiesta di Domenico Iannacone faceva strame delle ul time resistenze del buon senso.

Questo giornalista, per verificare se è vero che in Calabria sono state accettate 34.000 domande di condono e la co­struzione in zone sismiche è fatta all’acqua di rose da tecni ci fantasma, si è finto ingegnere, ha scaricato da Internet alcuni progetti contraffatti, ha compilato i moduli necessari, si è presentato al Genio Civile e, poco tempo dopo, ha ottenu to tutti i permessi per costrui re una casa che non sarebbe ri masta in piedi un solo minu to. Senza controllo. E poi le ca se rovinano alla prima scossa.

L’inchiesta faceva parte di «Presadiretta», il programma di Riccardo Iacona dedicato al terremoto d’Abruzzo e che ha cercato, con una serie di in quietanti domande, di dare un risposta alla tragedia: come mai all’Aquila si è costruito un quartiere intero con 30 mila abitanti su una faglia attiva? Perché tutti gli studi di vulne rabilità sismica degli edifici pubblici, scuole comprese, non sono mai stati presi in considerazione dagli ammini stratori locali? Come è stato possibile che dopo 4 mesi di scosse continue, sempre più frequenti e sempre più forti, non si sia fatto nulla per aller tare la popolazione? Quante vi te umane, quanti feriti e quan te distruzioni si potevano evi tare se si fosse dato retta a que gli studi e alle grida di allarme dei geologi dell’Università dell’Aquila? (Raitre, domenica, ore 21). Iacona è anche andato a trovare i parenti di alcune vittime: ne è venuto fuori un racconto straziante, anche per la superficialità con cui le varie autorità hanno affron tato la situazione, soprattutto per prevenire il disastro. Lo stile del programma di Iacona ricorda più la Gabanelli che Santoro. E questo è un grande complimento.

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