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Acqua pubblica: depositato il ricorso dell’Emilia Romagna

La Regione Emilia Romagna passa dalle parole ai fatti e ha depositato il ricorso per illegittimità costituzionale contro il decreto convertito in legge che ha privatizzato l’acqua.

E’ stato notificato il ricorso della Regione Emilia-Romagna che sostiene la illegittimità costituzionale dell’art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, convertito nella legge 166 del 20 novembre 2009, noto come decreto di “privatizzazione dell’acqua”.

Per il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, che è anche presidente della Conferenza delle Regioni, “la ‘riforma’, voluta dal Governo, viene giustificata in nome della pretesa attuazione di obblighi comunitari in materia di servizi pubblici locali e sulla base delle competenze statali finalizzate alla tutela della concorrenza”, però la ‘rigida’ disciplina “non appare affatto improntata ad assicurare obiettivi di tutela della concorrenza, ma a perseguire altre e ben diverse finalità, puntando esclusivamente ad una irragionevole riduzione e limitazione della proprietà pubblica delle società di gestione.

Il provvedimento va ben oltre i titoli di competenza statale, risultando in contrasto con la stessa disciplina comunitaria e avr. l’inevitabile effetto di una progressiva e significativa privatizzazione della gestione dei servizi idrici”.”Ciò che è a rischio – dice ancora Errani – sono la proprietà e la disponibilità collettive delle infrastrutture che sono indispensabili a rendere l’acqua fruibile ai cittadini, in altre parole la garanzia di accesso alla risorsa”.

La Regione Emilia-Romagna, spiega Errani, da molti anni ha lavorato in modo di “introdurre una nuova e più moderna metodologia tariffaria sul servizio idrico integrato che tiene conto anche dei temi legati allo sviluppo della qualità del servizio reso ai cittadini, del miglioramento delle performance ambientali del gestore, del principio ‘chi inquina paga’, nonchè della tariffazione sociale. Quest’esperienza – conclude – è a disposizione del sistema nazionale e rappresenta la base per una seria discussione sulla gestione dei servizi pubblici locali, su cui desidereremmo confrontarci con questo Governo”.

Fonte: Ansa

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