L’economia nigeriana crescerà del 65 per cento in un giorno
Il 6 aprile la Nigeria potrebbe diventare l’economia più grande dell’Africa. Il merito non è della crescita economica, ma del rebasing, l’aggiornamento delle basi statistiche del calcolo del pil.
La maggior parte dei paesi compie questa operazione ogni tre o quattro anni, mentre gli Stati Uniti dispongono di un sistema per cui i dati vengono aggiornati costantemente. In Nigeria invece l’ultimo aggiornamento risale al 1990, quando nel paese c’era una sola compagnia aerea e gli utenti della rete telefonica erano meno di trecentomila. Negli ultimi 14 anni il rebasing è stato più volte annunciato ma mai realizzato, perché l’istituto nazionale di statistica non aveva risorse sufficienti e il governo aveva altre priorità.
Secondo alcuni analisti l’aggiornamento dell’anno di riferimento dal 1990 al 2010 potrebbe significare un balzo del pil del 65 per cento. Il pil nigeriano dovrebbe salire a 315 miliardi di euro, superando quello del Sudafrica (270 miliardi di euro), finora il più alto del continente. Questo a sua volta determinerà altri aggiustamenti statistici, dal calcolo del pil pro capite a quello del rapporto tra pil e debito, e avrà conseguenze pratiche dato che questi indicatori vengono utilizzati per ripartire gli aiuti internazionali e influenzano gli investimenti dall’estero.
L’ascesa dei Mint. Il boom dell’economia nigeriana però non esiste solo sulla carta. Negli ultimi anni il tasso di crescita è stato costantemente superiore al 7 per cento e il paese dispone di grandi riserve di petrolio e di una demografia favorevole, con un’alta percentuale di individui in età lavorativa rispetto al totale. Secondo le Nazioni Unite entro il 2050 la sua popolazione dovrebbe passare dagli attuali 170 milioni a 440 milioni, facendone il terzo paese più popolato al mondo.
Recentemente l’economista Jim O’Neill, che nel 2001 aveva coniato l’acronimo Bric per definire le economie emergenti dello scorso decennio (Brasile, India, Cina e Russia), ha lanciato la sigla Mint (Messico, Indonesia, Nigeria e Turchia) per attirare l’attenzione su questo nuovo gruppo di paesi in rapido sviluppo.
Secondo O’Neill la Nigeria, attualmente il più povero dei quattro paesi, sarà quello che nei prossimi anni avrà lo sviluppo più rapido. L’ostacolo più grande non sarà la corruzione endemica e nemmeno l’alta criminalità, nonostante l’aumento delle violenze del gruppo islamista Boko Haram nelle regioni settentrionali, ma la mancanza di infrastrutture. La creazione di una rete elettrica più efficiente, che sopperisca alla mancanza di energia che costringe la maggior parte delle famiglie e delle attività commerciali a ricorrere ai generatori privati, basterebbe da sola a portare la crescita economica dal 7 al 10-12 per cento, prevede O’Neill.