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Così le idee italiane vanno a Silicon Valley

Un concorso seleziona i migliori progetti italiani nel campo dell’innovazione. Per realizzarli in California.

Esiste un posto nel mondo dove un fallimento imprenditoriale è considerato un titolo di merito per accedere a una cattedra: la Stanford University. In questo tempio del sapere, che sforna giovani in grado di decidere investimenti da milioni di dollari, si insegna a gestire il rischio, a diventare imprenditori partendo da zero. Logico che un fallimento in curriculum sia considerato la prima esperienza per insegnare al meglio la cultura di impresa.

E non sarà un caso che attorno a questa antica e prestigiosa università si sia sviluppata la Silicon Valley, cuore dell’hi-tech mondiale, dove si concentra l’80% degli investimenti ad alto rischio degli Stati Uniti. La Silicon Valley più che un luogo è uno «stato della mente» votato alla sperimentazione e al rischio, il posto delle idee, dove progetti al limite della fantascienza, tra finanzieri visionari e scienziati eccentrici, trovano solide gambe per essere realizzati. In questo ecosistema dell’economia tanti italiani hanno raggiunto un posto di primo piano (i nostri ingegneri, ad esempio, sono ricercatissimi) ma niente o poco si è riusciti a esportare in Italia di quel modello imprenditoriale.

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